Pesce, onda, vaso, isola

Maria Vittoria Maroni

 Laboratorio di arti visive ed estetiche del contemporaneo

Docente d’aula: Angelo Cerqueti

I.S.S. “Podesti – Calzecchi Onesti” Ancona,

Classe 5F

 

 

 

Se insegnare il passato è fondamentale, nell’adolescenza, per creare radici ed identità, insegnare il contemporaneo permette di acquisire strumenti per leggere il presente, e soprattutto, pensare il futuro. L’analisi del tempo presente aiuta a capire la complessità senza sottoporla a processi di semplificazione né a fuggirla per paura che si trasformi in complicazione. In più il con- temporaneo rende la scuola più vicina alla vita e agli interessi dei giovani, come, anticipo e premetto, nell’atelier d’arte applicata condotto con studenti del corso di grafica e comunicazione, nel quale è prevalsa un’adesione unanime e partecipe alle sollecitazioni estetiche e culturali di cui si è fatta offerta.

Ho scelto infatti di proporre agli studenti della 5°F dell’I.I.S. “Po- desti – Calzecchi Onesti” di Ancona un laboratorio del contemporaneo, suddiviso in due moduli, uno riferito alla storia dell’arte, l’altro al potenziamento del pensiero divergente, cioè della creatività.

Abbiamo iniziato analizzando alcune delle opere più significative dell’arte contemporanea, quelle a più alto contenuto creativo, per verificare come, di innovazione in innovazione, gli artisti abbiano cambiato la cultura visiva del presente. Questo modulo è stato il più apprezzato in assoluto, soprattutto nella parte prati- ca, quando ho chiesto ai ragazzi di “falsificare” un’opera di Mark Rothko, falsificare, non copiare, cioè comprendere la differenza tra la pittura per campiture e quella per sovrapposizione. Ho incoraggiato l’uso del cellulare per la ricerca delle opere dell’artista, “trasgressione” didattica molto apprezzata. L’esperienza concreta della pittura, l’analisi attenta della tecnica dell’artista hanno davvero appassionato gli studenti: “sono passate le ore e non mi sono accorto”, “pitturare e sovrapporre il colore a un altro e vedere il risultato mi è piaciuto tanto”.

Nel questionario di verifica alla domanda: “Che cosa so che non sapevo prima”, le risposte più significative sono state: “so apprezzare l’arte contemporanea come espressione di una performance, e non limitarmi al concetto che l’arte si esprima solo con un bel quadro”; “degli argomenti trattati la stragrande maggioranza non la conoscevo, ora posso dire di essermi acculturata maggiormente”.

Nel secondo modulo, dopo un lezione teorica ma interattiva sul- la creatività, ho chiesto loro di progettare delle macchine inutili, sulla scia delle teorie di Bruno Munari. Tutti hanno scelto di pro- gettare un oggetto, e non un “macchinario” come richiesto (d’altro canto la progettazione di un macchinario avrebbe richiesto un maggior numero di ore di lavoro). Tra i progetti più interessanti, un paio di forbici con piume al posto delle lame.

La soluzione dei problem solving creativi che ho proposto ai ragazzi ha suscitato in loro spaesamento, nell’accezione propria di “uscita dai confini”: benché si tratti di una sezione di grafica, i ragazzi non sono abituati ad usare la creatività in maniera consapevole, ma si basano solo su ciò che pensano istintivamente. Ancora una volta, ci è venuto in soccorso l’uso del cellulare per la ricerca delle soluzioni, e anche questo ulteriore strappo nella trama scolastica ha appassionato tutti.

Per verificare le competenze acquisite nel secondo modulo, è stato chiesto di completare a piacere un disegno appena accennato. La statistica dice che i meno creativi lo interpretano come pesce (qui solo tre) o come onde del mare (uno), la maggioranza degli studenti si è orientata sui vasi, uno ha disegnato una mongolfiera, uno un cobra, uno un’isola.

Per concludere, merita tornare al questionario. Alla domanda “Che cosa vorresti approfondire” le risposte si orientano sui due argomenti principali, l’arte contemporanea e la creatività; ma qualcuno segnala anche di voler indagare sul rapporto tra fotografia e arte contemporanea. Un ragazzo scrive: “Tutto. Sono insaziabile”.