Teatro d’animazione

Luca Di Sciullo

Laboratori di disegno e cinema d’animazione

 

Docente d’aula: Massimo Albertini, Manuela Mariani

I.C. “G. Binotti” Pergola classe 2° a, scuola secondaria di 1° grado

 

 

 

Il progetto di animazione tenuto presso l’Istituto Comprensivo “G. Binotti” di Pergola con la classe secondaria di primo grado 2°A ha visto una straordinaria commistione tra teatro e cinema d’animazione.

Gli studenti, già prima del mio arrivo, con la guida del prof. Massimo Albertini, avevano iniziato un interessante laboratorio di teatro in cui venivano rivisitati in forma breve e in chiave comica quattro grandi classici: Il malato immaginario di Molière e Amleto, La tempesta e Enrico VIII di Shakespeare .

Dopo esserci confrontati si è deciso di portare avanti il progetto teatrale per farlo vivere anche sotto forma di video animato. C’era già, infatti, un grande coinvolgimento da parte dei ragazzi rispetto a quelle storie e le scene che avevano sviluppato erano adatte ad essere riproposte in brevi filmati di animazione. Siamo passati dunque all’organizzazione del laboratorio che, come prima cosa, implicava la scelta della tecnica da utilizzare: 

si è optato per quella delle carte ritagliate in 2D in quanto tecnica semplice e divertente che consente di creare video d’effetto an- che da parte di chi, nel campo dell’animazione, sta appena muovendo i primi passi.

Ho dapprima diviso la classe in quattro gruppi da quattro/cinque alunni ciascuno; quindi ho “tradotto” le scene teatrali elaborate dagli studenti in storyboard e creato delle sagome di carta per ciascun personaggio sulla base delle quali far lavorare i ragazzi così da dar loro un indirizzo circa le dimensioni delle figure che si sarebbero mosse nella scena.

Prima di questa esperienza avevo sempre lavorato con bambini più piccoli, dell’età di nove anni al massimo; trovandomi di fronte ad un gruppo di dodicenni, nella fase progettuale mi sentivo un po’ incerto: non sapevo bene cosa aspettarmi da loro, e a mia volta mi chiedevo con quale proposta catturare l’attenzione di adolescenti abitualmente fluttuanti tra sogni ad occhi aperti e mondi digitali. I miei timori sono stati spazzati via sin dall’arrivo in classe, vedendo questi giovanissimi recitare con tanto impegno e passione i quattro sketch teatrali da loro messi in scena: performance che, oltre a suscitare il mio divertimento, mi hanno fatto capire che dal laboratorio di animazione potevo aspettarmi un ottimo risultato.

Primo incontro
Il laboratorio animato è iniziato con una breve introduzione alla stop-motion. Abbiamo visto corti animati di Jan Švankmajer, Quay Brothers, Gianluigi Toccafondo, Simone Massi, per arriva- re a PES. Siamo passati poi a qualche esempio di utilizzo delle carte ritagliate osservando i disegni, semplici ma efficaci, della 

pagina Instagram di Cuting.cut. Fatto il pieno di suggestioni visive, ci siamo spostati ai banchi da lavoro e abbiamo iniziato a disegnare e a caratterizzare i personaggi, aiutandoci anche con la connessione internet dei cellulari per la ricerca di immagini di riferimento e di contesto.

Una volta terminati gli schizzi, i quattro gruppi si sono cimentanti nel completare gli storyboard con i loro disegni per poi intra- prendere la realizzazione dei personaggi con carte ritagliate sulla base delle sagome da me fornite.

Secondo incontro
I ragazzi hanno subito ritrovato l’entusiasmo della prima lezione; ho dovuto solo predisporre i tavoli con il materiale prodotto la settimana precedente per far sì che riprendessero le attività. In questa lezione ciascun gruppo ha lavorato sui personaggi e sulle scenografie della propria storia.
Due gruppi, facilitati dalle poche figure da realizzare per il loro corto animato, hanno terminato il lavoro richiesto prima degli altri; ho pensato così di introdurli alla lezione successiva, in cui si sarebbe dato avvio alle riprese. Ho montato per loro un tavolo da ripresa, illustrato le linee guida, spiegato i concetti di passo e programma di ripresa, definito le inquadrature e svelato qualche trucco del mestiere, mentre i gruppi rimanenti continuavano ad applicarsi ai loro elaborati.
Terzo incontro
È stato il giorno più impegnativo perché ho dovuto supervisionare attività diverse. Ho montato i due tavoli da ripresa e, dopo essermi assicurato che i gruppi che non avevano ancora concluso i loro lavori stessero procedendo secondo le indicazioni date, 

mi sono dedicato agli animatori. Storyboard alla mano, abbiamo magicamente animato i personaggi nella scenografia intercambiandoci tra animatori e addetti alla ripresa, così fino alla completa realizzazione di due corti animati.

Quarto incontro
Eravamo ormai quasi alla fine: i due gruppi che avevano termi- nato l’animazione delle loro storie hanno lavorato su dei flipbook bianchi da cento fogli per sperimentare un’altra tecnica di animazione; gli altri due hanno continuato a lavorare alla ripresa delle loro storie.
Queste ultime animazioni erano, di fatto, più complesse, ma i ragazzi non si sono scoraggiati, anzi, si sono ancor più concentrati sul lavoro. Ad un certo punto ho notato che ad un tavolo da ripresa una luce si accendeva e spegneva in continuazione; pensando che fosse uno studente che stesse giocando con l’interruttore mi sono avvicinato al tavolo per richiamarlo, ma ho dovuto ricredermi: avevano semplicemente trovato una “tecnica” per fare i fulmini nella scena de
La tempesta di Shakespeare.
La restituzione dei lavori è avvenuta all’avvio del nuovo anno scolastico in forma molto scenica. Gli organizzatori del festival Animavì hanno infatti allestito un maxischermo nella palestra della scuola, dove sono stati proiettati i quattro corti alla presenza anche delle altre classi dell’Istituto. Gli sketch animati hanno divertito e fatto ridere l’intera platea.
I piccoli animatori seduti sul pavimento guardavano stupiti con il naso all’insù il frutto del loro lavoro rendendo anche me orgoglioso del magnifico progetto portato a conclusione.